Classe energetica degli immobili: quanto incide nell’acquisto?

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Partiamo da alcuni dai sulla classe energetica degli immobili a Milano:

  • solo il 7% degli immobili situati a Milano è in classe energetica A;
  • oltre il 50% del patrimonio immobiliare ha prestazioni energetiche mediocri o scarse;
  • gli edifici sono responsabili del 35,9% dell’inquinamento della città;
  • l’Italia è il Paese europeo che inquina di più relativamente al settore abitativo.

Dati non decisamente confortanti, ma in realtà la maggior parte degli edifici dell’Unione Europea non sono assolutamente inefficienti dal punto di vista energetico e sono ancora per lo più alimentati da combustibili fossili. In Italia la situazione è peggiore per un dato storico: oltre il 70% degli immobili presenti in Italia risalgono a prima del 1976, anno in cui è entrata in vigore la prima normativa sul contenimento del consumo energetico.

Come si calcola la classe energetica di un immobile?

La classe energetica di un immobile si calcola in base alla quantità di energia primaria consumata o che si prevede possa essere consumata per soddisfare i bisogni energetici dell’edificio.

In questa accezione devono essere considerati:

  • La climatizzazione invernale ed estiva,
  • La produzione di acqua calda sanitaria,
  • L’energia elettrica necessaria per l’illuminazione.

Sono previste 10 classi energetiche che vanno dalla A4 alla G. Nella prima categoria rientrano gli immobili che necessitano di una quantità di energia minore di 40kwh per metroquadro/anno, mentre nell’ultima rientrano quelle che necessitano di una quantità maggiore di 368,48 kwh metroquadro/anno.

Una differenza notevole perché in classe G è necessaria un’energia di quasi 10 volte superiore rispetto alla classe A4. Una differenza che non può non incidere anche sulle bollette.

Le soluzioni per il caro bollette: quanto risparmia chi vive in una casa con classe energetica A?

Un tema decisamente caldo in questi mesi è quello del caro bollette. Avere una casa in classe energetica efficiente significa, oltre ad un’attenzione di tipo ambientale, anche un importante risparmio economico.

Per fare un esempio: se per riscaldare una casa in classe energetica A4 a Milano servissero 3 euro al metro quadro, per una in classe energetica G servirebbero 30 euro al metro quadro. Se rapportiamo questo dato all’anno il risparmio in termini meramente economici è esorbitante: 300 euro di una casa in classe A4 contro i 3000 euro di una casa in classe G. Un risparmio di 2.700 euro l’anno.

Ovviamente nell’esempio ho utilizzato i due casi agli opposti e la differenza di costi si assottiglia mano a mano che le classi energetiche si avvicinano tra loro.

Cosa cercano i potenziali acquirenti?

Negli ultimi anni, specie dopo il lockdown e gli ultimi rialzi in corso, le persone che cercano casa sono sempre più orientate ad acquistare abitazioni con classe energetiche alte.

Tra il 2019 e il 2022 la percentuale degli acquisti di abitazioni in classe energetica A è passato dal 3% al 4,9%. Se le case in classe G rimangono comunque le abitazioni più scambiate c’è un motivo evidente: si tratta della vetustà del patrimonio abitativo italiano.

Ad oggi però sta diventando sempre più evidente come un immobile in classe energetica elevata conservi un valore nel tempo, anche nell’ottica di una futura rivendita.

Per gli immobili più datati, ammodernare l’impianto di riscaldamento, installare il cappotto termico e sostituire gli infissi possono far salire l’efficienza energetica, determinando anche una rivalutazione importante del valore dell’immobile.

Il piano 2030 dell’UE

Alla fine del 2021 l’Unione Europea ha presentato a Bruxelles una proposta legislativa destinata all’efficienza energetica nell’edilizia pubblica e privata. L’obiettivo era (ed è) quello di ridurre drasticamente le emissioni nocive relative all’edilizia all’interno della politica ambientale denominata “Fit for 55” che punta alla riduzione della CO2 del 55% entro il 2030, rispetto ai dati del 1990.

Nella proposta i nuovi edifici privati non avrebbero più dovuto produrre emissioni nocive dal 2030, data anticipata al 2027 per gli edifici pubblici. Un obbiettivo che mira a far sì che gli edifici consumino poca energia, siano alimentati da fonti rinnovabili ed emettano poche emissioni.

Nella stessa direzione la proposta prevede che il 15% del patrimonio edilizio con le peggiori prestazioni, classe G in Italia, passi alla classe F entro il 2027 e alla classe E entro il 2030.

La proposta è, appunto, una proposta che ancora non si è tramutata in legge e può anche essere che non lo farà, ma è bastevole ad evidenziare in quale direzione sta andando la legislazione comunitaria e statale riguardo al tema della classe energetica degli immobili.

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