Direttiva europea Case Green: cosa cambia per i proprietari?

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La direttiva europea Case Green è presto spiegata: entro il 2030 il consumo energetico degli edifici residenziali dovrà scendere del 16% per poi arrivare a calare del 20-22% entro il 2035 fino ad azzerarsi o quasi nel 2050.

Sostenibilità, mattone e cambiamenti in vista per i proprietari: tegola che sta per cadere sulla testa o buona notizia? Parliamone.

Direttiva europea Case Green: la posizione del nostro Paese

Il nostro Paese e l’Ungheria sono gli unici che hanno espresso parere contrario all’adozione del provvedimento, citando come principale preoccupazione l’impatto economico che un piano straordinario di riqualificazione degli edifici avrà sui conti pubblici.

Una paura che nasce soprattutto della recente esperienza del Superbonus che ad oggi ha prodotto un costo complessivo a carico dello Stato di oltre 122 miliardi di euro. Come ha spiegato però il relatore della direttiva, Ciaràn Cuffe, ci sarebbero già molti fondi ai quali l’Italia potrà attingere per il raggiungimento dell’obiettivo come la Bei (Banca europea per gli investimenti), il Fondo sociale per il clima e i fondi strutturali dell’Unione Europea.

Attualmente, gli edifici sono responsabili del 36% delle emissioni di gas serra e del 40% dei consumi energetici di tutta l’Unione Europea. Mettere mano al nostro patrimonio immobiliare è un passaggio indispensabile per rispettare gli impegni presi sul clima.

I nuovi edifici

La novità più immediata riguarda sicuramente i nuovi edifici che, quasi da subito, dovranno essere conformi alle nuove regole della direttiva europea.

Dal 1° gennaio 2025 infatti il potenziale di emissione andrà calcolato per tutti i nuovi stabili e, entro il 2030, gli edifici di nuova costruzione dovranno essere ad emissioni zero.

Gli edifici già esistenti

Sul piano degli edifici esistenti il quadro si fa più complicato perché l’Europa ha fornito solo un’indicazione generale di riduzione del consumo medio degli edifici. Secondo la stessa direttiva, il 55% del risparmio energetico dovrà essere ottenuto da almeno il 43% delle case che hanno le prestazioni energetiche peggiori.

I proprietari degli immobili in classe energetica G o F saranno quindi i primi a dover affrontare gli interventi più importanti e costosi.

Si parla di circa 5 milioni di edifici in Italia. È innegabile che siamo tra i Paesi messi peggio perché il nostro patrimonio immobiliare è storico e, in quest’ottica, l’obiettivo europeo appare decisamente lontano.

Come verrà applicata la direttiva europea Case Green?

Questo è – ovviamente – il punto più fumoso e sono tante le domande cruciali che ancora non hanno una chiara risposta, come queste queste:

  • Come sarà selezionato questo 43% di edifici da ristrutturare?
  • Cosa succederà a chi non vorrà adeguarsi?
  • Ci saranno incentivi? A quanto ammonteranno?

L’Italia infatti dovrà presentare a Bruxelles un piano di rinnovamento degli edifici residenziali nel 2026 ed è in questo contesto che saranno definite le “modalità operative” per raggiungere l’obiettivo.

È abbastanza facile pensare che ci saranno incentivi per i privati per finanziare queste ristrutturazioni green, ma le ferite del recente Superbonus sono ancora aperte.

Quanto costa adeguare la propria casa?

Secondo alcune stime, il costo delle singole ristrutturazioni potrebbe variare dai 20.000 ai 55.000 euro a proprietario.

È vero però che negli ultimi anni, la suddivisione degli immobili nelle fasce energetiche ha visto una modifica importante anche in termini di aumento dei prezzi. Se il costo degli immobili in fascia alta è aumentato del 13% e quelli della seconda fascia del 10%, gli immobili delle ultime due categorie sono rimasti invariati, confermando il fatto che il mercato aveva già iniziato ad andare in questa direzione – a prescindere dalla direttiva europea.

Non a caso il prezzo richiesto per la vendita di immobili appartenenti alle classi energetiche più alte (A1, A2, A3, A4) è in media più alto del 25% rispetto a quello delle abitazioni in classe G.

Sullo stesso piano è innegabile che una casa green abbia come immediato beneficio quello di un risparmio economico in termini di consumi. Far salire di sole 2 classi energetiche un’abitazione consente una riduzione media della bolletta di una famiglia del 40%, pari a un risparmio medio annuo di 1.067 euro.

Nel report “Il valore dell’abitare”, realizzato da Cresme, Fondazione Symbola, Ance e European Climate Foundation è stata fatta una simulazione del costo di una ristrutturazione per portare un appartamento di 120 mq dalla classe G alla classe D. In questo caso, sono stati individuati due interventi efficaci per efficientare l’appartamento:

  • La sostituzione della caldaia a gas con una pompa di calore e la sostituzione di tutti gli infissi per un costo totale di 23.605€, di cui 6.100€ per la pompa di calore e 17.505€ per i nuovi serramenti.
  • La realizzazione del cappotto termico alle pareti, la tinteggiatura doppia, la sostituzione di tutti gli infissi e l’installazione di una nuova caldaia a condensazione per un totale di 48.464€, di cui quasi la metà (23.800€) per il cappotto termico.

L’ultimo aspetto da tenere in considerazione è che si stima che gli interventi di riqualificazione genereranno un valore aggiunto maggiore dell’investimento. Si parla infatti di 15.132 nuovi posti di lavoro per cui si spera che la nuova direttiva europea possa fare bene non solo all’ambiente, ma anche all’economia.

Il 2026 sarà la data cruciale per capire in quale direzione andrà l’Italia.

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