Cos’è il rapporto aeroilluminante e come si calcola?

Il rapporto aeroilluminante è determinato dalla relazione tra la superficie della finestra e la superficie del pavimento di un locale. Si tratta di un parametro fondamentale per garantire la vivibilità, la salubrità e la stabilità di una struttura.
La normativa vigente pone grande attenzione sul tema in modo che nelle superfici calpestabili dell’abitazione sia garantita una corretta illuminazione e aerazione e sia quindi considerato abitabile.
Quando è obbligatorio rispettare i rapporti aeroilluminanti?
È obbligatorio per tutti gli interventi di nuova costruzione, ma anche per le ristrutturazioni edilizie e le ridistribuzioni interne. Si applica inoltre a tutti i tipi di edifici (pubblici o privati).
Le uniche deroghe sono previste per gli edifici storici realizzati prima del 1975, a patto che l’intervento di ristrutturazione non comporti anche la modifica della destinazione d’uso.
Come si calcola?
Il RAI, rapporto aero-illuminante, è infatti un indicatore che riflette la distribuzione della superficie finestrata o vetrata in base alla superficie della pavimentazione e permette di capire la distribuzione della luce naturale e il riciclo dell’aria all’interno dello spazio.
Il rapporto aeroilluminante è quindi il risultato di due componenti:
- Rapporto illuminante (R.I.) che indica la superficie attraverso la quale passa la luce solare;
- Rapporto aerante (R.A.) che indica la relazione tra l’aria che circola in una casa e la superficie utile delle aperture.
Per il calcolo ti basteranno due misure:
- La superficie netta pavimentata (anche detta superficie utile abitabile), ossia la superficie del vano effettivamente calpestabile, al netto di murature, tramezzi, portici, balconi, terrazze, verande, intercapedini, porte e finestre;
- La superficie finestrata utile, ossia quella apribile, misurata sottraendo le misure dei telai delle finestre.
Calcolarlo è semplice: R.A.I. = superficie finestrata utile / superficie pavimentata
Quanto dev’essere il rapporto aeroilluminante?
La normativa di riferimento è il decreto ministeriale del 05/07/1975 al cui articolo 5 si legge che tutti i locali degli alloggi, eccettuati quelli destinati a servizi igienici, disimpegni, corridoi, vani-scala e ripostigli debbono fruire di illuminazione naturale diretta, adeguata alla destinazione d’uso.
Secondo il decreto per ciascun locale dev’essere garantita la presenza di una finestra così ampia da avere un fattore luce diurna medio non inferiore al 2% e la superficie finestrata apribile non dovrà essere inferiore ad 1/8 della superficie del pavimento.
Il rapporto aeroilluminante deve quindi essere sempre maggiore di 0,125.
Il rispetto dei rapporti aeroilluminanti è obbligatorio tutte le situazioni, comprese le ristrutturazioni, e riguarda sia le abitazioni private che gli edifici commerciali o pubblici.
Esistono però leggi meno stringenti che riguardano norme e regolamenti edilizi comunali. In particolare alcune normative prevedono che per sottotetti e mansarde il rapporto possa abbassarsi fino a 1/16, mentre altre differenziano tra abitazioni private e locali pubblici, commerciali, negozi o uffici nei quali il rapporto può abbassarsi fino a 1/24.
Sono previste infine deroghe per ripostigli, bagni cechi e cabine armadio per via delle loro superficie molto ridotta.
Cosa vuol dire rapporto 1 a 8?
È il rapporto indicato dalla normativa standard di riferimento: un ambiente ha il corretto rapporto aero illuminante quando il rapporto tra le due componenti (R.I. e R.A.) è uguale o superiore a: 1 a 8. Il risultato dell’operazione deve superare la soglia minima di 0,125 per certificare l’abitabilità di un edificio, garantendo il rispetto delle normative igieniche, sanitarie ed energetiche.
A cosa serve il rapporto aeroilluminante?
La verifica della proporzione stabilita tra aperture e superficie calpestabile è necessaria quando si deve conseguire l’agibilità di un edificio e dimostrare che i livelli di sicurezza, igiene, salubrità e risparmio energetico rispettino le prescrizioni di legge.
Lungi dall’essere un mero calcolo matematico, il controllo sul R.A.I. e il rispetto del suo valore consentono di certificare che l’abitazione abbia un certo livello di:
- Igiene
- Salubrità
- Sicurezza
- Risparmio energetico
Il rapporto permette infatti di identificare la quantità di luce che riceve la stanza e quali sono i ricambi d’aria quotidiani che l’ambiente può avere. Il corretto ricircolo d’aria non è utile solo per gli odori, ma è fondamentale per la salute: gli ambienti con R.A.I troppo basso infatti sono soggetti a formazione di vapore acqueo, anidride carbonica e inquinamento interno.
Edifici non illuminati e aerati adeguatamente possono portare a problemi di umidità, muffa e cattiva qualità dell’aria, portando ad un precoce deterioramento delle strutture, alla proliferazione dei batteri e all’insorgenza di problemi di salute.
Altrettanto importante è anche l’impatto sui consumi: ridurre l’utilizzo di illuminazione artificiale e dei sistemi di aerazione meccanica, consente di risparmiare energia, abbattendo i costi energetici e permettendo di abitare case più sostenibili a livello ambientale.
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