Attenzione, cultura, rispetto per gli spazi e i materiali portano l’architetto Massimo Brambilla ad affrontare in modo originale anche edifici con una lunga storia
Abbiamo conosciuto nel numero di Aprile di MI’S Home l’architetto Massimo Brambilla che ci ha raccontato il valore di un soppalco. Ci è venuta così la curiosità di conoscerlo meglio e di approfondire alcuni aspetti della sua filosofia del progetto, davvero particolari e interessanti.
Ha influito moltissimo! Fino alla laurea ho cercato di “scavare” il più possibile, pubblicando anche su alcune riviste settoriali, ma alla fine mi sono reso conto che questo lavoro era inconciliabile con quella vita classica e provinciale che volevo e che sognavo dopo essermi sposato. Fortunatamente nei primi anni ‘90, i nuovi studi e metodologie di analisi stratigrafica su cui oggi si basa l’archeologia moderna avevano iniziato a essere applicati anche al restauro architettonico, grazie proprio alle sperimentazioni fatte da alcuni archeologi professionisti con cui già scavavo. Per questo il mio passaggio dallo scavo al restauro dei monumenti è stato breve e naturale.”
Sì perché in breve tempo ho iniziato una serie fortunata di interessantissimi progetti che mi hanno portato ad acquisire un bagaglio di esperienza in questo campo veramente considerevole, basato su un centinaio di importanti e riusciti restauri.
In questa foto e in quella di apertura (in alto) due realizzazioni che l’architetto Brambilla ha portato a termine in Puglia: le terrazze del Riad Salentino a Matino e della Maison Salentina a Patù, entrambe in provincia di Lecce.
Nelle foto, due progetti rispettosi del passato: il santuario di Gallivaggio in provincia di Sondrio, e un interno di casa nei Grigioni, in Svizzera.
In generale tendo a mantenere il più possibile quello che c’è, cercando in tutti i modi di valorizzare, “musealizzandoli”, tutti gli elementi architettonici poveri che di solito non hanno alcun valore, accostandoli a nuovi materiali il più possibile neutri e contemporanei. Facendoli anche stridere uno contro l’altro e creando una sorta di effetto sorpresa!
Solitamente tendo assolutamente a sconsigliare in tutti i modi l’acquisto di immobili storici vincolati! Le faccio un esempio: in Puglia, dove ultimamente sto seguendo moltissimi progetti su immobili esistenti, quando il cliente mi chiede di scegliere per lui la casa da acquistare, scarto sistematicamente tutti quelli vincolati direttamente dalla Soprintendenza! La burocrazia italiana è, a dir poco, allucinante e molte volte per ottenere tutti permessi passano numerosi anni: quindi reputo ridicolo intestardirsi nell’acquisto di proprietà con vincoli, quando nella realtà la quantità di case in vendita è a dir poco elevata. E quando l’immobile è vincolato, praticamente si può fare ben poco; inoltre gli interventi e le metodologie di restauro applicate all’edilizia civile risultano anche molto costose.
Un angolo della chiesetta di san Fedelino presso Novate Mezzola (SO).
La Torraccia
Calolziocorte (LC).
Il bagno nella sacrestia della chiesa di San Pietro protomartire di Bardello (VA).
Interno della Cad’ Martin nel Canton Grigioni, CH.
Lei ha citato la Puglia: negli ultimi anni si è dedicato particolarmente al restauro e alla valorizzazione di edifici storici in questa regione. Come è nata questa passione e come l’ha conciliata con le sue precedenti esperienze?
Non è passione, è semplice lavoro! Tre anni fa abbiano acquistato un primo immobile per trasformarlo in una semplice casa di vacanze al mare per noi e le nostre figlie. L’acquisto e l’intervento di ristrutturazione sono stati modesti e velocissimi (circa 3 mesi). Essendo in centro storico e non avendo giardino, ho così progettato una piccolissima piscina sulle terrazze della casa, senza voler però stravolgere questo elemento tipico dell’architettura pugliese: ho inserito una semplice vasca, naturalmente bianca, proprio sopra le chianche annerite dal tempo creando quel famoso contrasto accennato prima che è piaciuto moltissimo al pubblico. Infatti immediatamente dopo aver pubblicato le foto di quell’intervento sui social, sono arrivate le prime commesse per progetti simili.”
Un paio di settimane prima dell’acquisto della casa, il Riad Salentino, io e mia moglie eravamo bloccati in una baita in Svizzera davanti al camino, sotto una copiosa nevicata novembrina; ci siano trovati come al solito a fantasticare sull’avventura che ci stava aspettando e per scherzo abbiamo deciso un nome che volesse riassumere un po’ il nostro stato d’animo di ciò che stavano facendo: Acqua di Puglia! Il giorno dopo abbiano registrato il marchio. Riassume ciò che vogliamo fare, il nostro modo di vivere questa regione. Fondendo in modo semplice e naturale l’esperienza lavorativa e di vita che ognuno di noi in famiglia possiede, stiamo creando un brand che non ha assolutamente alcuna pretesa se non quella di realizzare dei piccoli sogni!
Lo stile di vita che l’architetto Brambilla evoca nei suoi progetti e nella creazione del marchio Acqua di Puglia emerge nella tavola imbandita e nella piscina ricavata da una vecchia cisterna a Le a Sette Valli di Fasano (BR).
Tendo a mantenere quello che c’è, cercando di valorizzare gli elementi architettonici poveri che di solito non hanno alcun valore