Gae Aulenti, un libro di Annarita Briganti racconta la grande designer
- A dieci anni dalla sua scomparsa, Gae Aulenti viene ricordata attraverso un libro, dal titolo “Gae Aulenti. Riflessioni e pensieri sull’Architetto Geniale”, scritto dalla giornalista e scrittrice Annarita Briganti e presentato alla Triennale di Milano lo scorso 8 marzo, in occasione della Giornata Internazionale della Donna.
Chi era Gae Aulenti
Gaetana Emilia, detta Gae Aulenti, nata nel 1927, si laureò in Architettura al Politecnico di Milano nel 1953 e scelse un’attività allora totalmente maschile, poiché considerava l’architettura “un mestiere utile” in un periodo come quello del Secondo Dopoguerra.
Iniziò la sua carriera nel campo dell’editoria nella redazione di Casabella, un periodico dedicato a design e urbanistica, e in seguito operò nel settore dell’architettura a tutto campo, occupandosi di design di oggetti, restauro architettonico e industriale, allestimenti d’interni, grafica e teatro e divenendo in breve tempo una figura molto influente e una professionista molto ricercata.
Si dedicò anche all’insegnamento universitario e partecipò a importanti esposizioni in Italia e all’estero.
Negli anni Sessanta collaborò con la Olivetti creando nel 1965 la celebre lampada da tavolo Pipistrello e poi disegnando lo show room dell’azienda a Buenos Aires, e ristrutturò la casa di Gianni Agnelli a Brera.
Negli anni Settanta differenziò ulteriormente la propria attività, per esempio collaborando con Luca Ronconi al Laboratorio di Progettazione Teatrale, entrando nel comitato direttivo della rivista Lotus International e assumendo la direzione artistica della Fontana Arte.
Nei decenni successivi entra in contatto con importanti enti culturali, come l’Accademia Nazionale di San Luca di Roma e l’Accademia di Belle Arti di Brera, di cui diviene presidente.
Quali sono i progetti più famosi di Gae Aulenti
Creatrice di oggetti divenuti iconici ed esposti in importanti musei, come il Moma di New York, Gae Aulenti è nota soprattutto per alcuni progetti davvero innovativi e spettacolari, primo fra tutti la trasformazione della stazione ferroviaria Gare d’Orsay di Parigi nel Musée d’Orsay, aperto nel 1986: un progetto che fu divisivo ed ebbe anche dei detrattori, ma che le valse l’importante onorificenza della Legion d’Onore francese.
In seguito, a fine anni Novanta, fu autrice anche della riqualificazione di piazzale Cadorna a Milano, attraverso la sua ristrutturazione, il restyling della facciata della stazione e l’installazione della scultura “Ago, Filo e Nodo”, in acciaio inox e vetroresina, di Claes Oldenburg e Coosje Bruggen, oggi simbolo della piazza.
D’altra parte, Gae Aulenti era solita usare la frase “Se piaci a tutti, vuol dire che c’è qualcosa che non va” ed evidentemente non si crucciava delle critiche, orgogliosa piuttosto dei numerosi premi che ricevette durante la carriera: oltre al riconoscimento francese, il Premio Imperiale per l’Architettura dalla Japan Art Association di Tokyo nel 1991 e la Medaglia d’Oro alla carriera della Triennale di Milano nel 2012.
Una donna curiosa ed eclettica, sicura di sé e delle proprie capacità, e capace anche di conferire un’impronta personale e anticonformista, una propria cifra stilistica: tratto distintivo in molti suoi progetti fu la scelta di uno specifico colore, il “Rosso Gae”, usato per esempio per l’aeroporto San Francesco d’Assisi e per l’Istituto di Cultura Italiana di Tokyo, ma anche per se stessa, per l’abbigliamento e gli accessori, un tocco eccentrico che la contraddistingueva e che non la abbandonò per tutta la vita.
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