Villa Durazzo Pallavicini: storia della splendida dimora ottocentesca di Genova

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Villa Durazzo Pallavicini è una storica dimora nobiliare ottocentesca, situata a Genova, nel quartiere di Pegli.

La villa, oggi di proprietà del Comune, ospita il Museo Archeologico ed è dotata di un magnifico parco di ispirazione romantica, uno dei più grandi giardini storici a livello europeo.

Vediamo qual è la storia della villa e com’è fatto il parco.

 

Qual è la storia di Villa Durazzo Pallavicini

La villa nell’aspetto attuale è il rifacimento di un palazzo di villeggiatura seicentesco appartenuto alla famiglia Grimaldi, e in particolare a Giovanni Battista Grimaldi, doge della Repubblica di Genova negli anni 1752-1754.

Un suo nipote sposò la marchesa Clelia Durazzo, studiosa di botanica, che già a partire dal 1794 iniziò a realizzare un giardino botanico all’interno della villa.

Dopo la sua morte, dato che non vi erano eredi diretti, la dimora divenne proprietà di un lontano parente della marchesa, Ignazio Alessandro Pallavicini.

 

Questi commissionò dei lavori di ristrutturazione del complesso: essi prevedevano anche la realizzazione di un grandioso parco, che venne progettato dall’architetto Michele Canzio, allora scenografo del Teatro Carlo Felice, e che fu inaugurato nel 1846 in occasione del Congresso degli Scienziati Italiani.

Il grande giardino fin da subito fu aperto al pubblico ed, entrando a far parte del Gran Tour europeo, divenne presto un luogo di interesse anche per i visitatori che iniziavano già in quel periodo a frequentare questa zona di Genova come importante centro turistico internazionale.

Dopo la morte degli ultimi esponenti della famiglia negli anni Venti del Novecento, la dimora nel 1928 venne donata dall’ultima erede al Comune di Genova, con il vincolo di mantenere il parco aperto al pubblico e di destinare l’edificio a uso culturale.

 

Com’è fatto il parco di Villa Durazzo Pallavicini

La villa è articolata su quattro piani e presenta una terrazza panoramica davanti all’ingresso.

Al suo interno gli spazi, i decori e gli affreschi sono in stile neoclassico.

Per quanto riguarda gli esterni, il progetto dell’architetto Canzio portò a sviluppare il parco sul fianco della collina, che venne trasformata per via della realizzazione di spazi pianeggianti, percorsi e bacini idrici.

 

Il parco infatti ospita, come un vero e proprio allestimento teatrale, architetture e scenografie ricche di elementi allegorici ed esoterici, strutture come templi, obelischi, pagode appartenenti a svariati stili, neoclassico, neogotico, orientaleggiante, oltre a laghi, cascate, ruscelli e fontane.

Tra i punti di interesse, vanno ricordati la Capanna della Sorgente, le Grotte degli Inferi e soprattutto l’Orto Botanico, intitolato a Clelia Durazzo Pallavicini, che ospita centinaia di specie di piante.

 

Il parco costituisce uno dei più importanti esempi di giardino storico romantico italiano ed europeo e nel 2017 è stato nominato Parco più bello d’Italia.

Visitarlo offre un’esperienza variegata, che risulta interessante sotto svariati aspetti, storico, artistico, paesaggistico e botanico.

 
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