Cosa vedere nel Monferrato: 3 luoghi unici da non perdere

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Il Monferrato, incluso dal 2014 nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità UNESCO, è una regione storico-geografica del Piemonte, compresa nelle province di Asti e Alessandria e dominata da un meraviglioso paesaggio collinare.

Suddivisa in tre aree – Basso Monferrato con capoluogo Casale, Monferrato Astigiano e Alto Monferrato nella provincia di Alessandria – questa regione è costellata da antichi borghi e castelli ed è una terra di arte e vini pregiati.

Ci sono però dei luoghi decisamente meno noti e normalmente non inseriti negli itinerari turistici che presentano delle particolarità e che vale la pena visitare.

1- Sacro Monte di Crea

Situato nei pressi di Serralunga di Crea, in provincia di Alessandria su una delle più alte colline del Monferrato, il Sacro Monte di Crea è un complesso di 23 cappelle che si snoda lungo una salita e che conduce al Santuario dedicato alla Madonna e poi procede in mezzo ai boschi fino alla Cappella del Paradiso.

Esso, che è una importante meta di pellegrinaggi, fa parte dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia e fu fondato nel 1589 sul modello del Sacro Monte di Varallo nel luogo di precedenti cappelle medievali.

La chiesa, in stile barocco, presenta pregevoli affreschi quattrocenteschi e opere del Moncalvo.

2- Museo Bersano

Il Museo delle Contadinerie e delle Stampe Antiche del Vino Bersano si trova a Nizza Monferrato e fu realizzato da Arturo Bersano, un produttore vinicolo dei primi del Novecento che volle raccogliere e mettere a disposizione tutte le testimonianze della cultura contadina ed enologica.

Nel museo, che racconta la storia del vino e della sua produzione nell’arco di quattro secoli, si possono vedere la ricostruzione di una cantina tradizionale in pietra, gli attrezzi, gli strumenti e le varie tecniche utilizzate nel corso del tempo, nonché un’ampia raccolta di documenti, disegni, dipinti, stampe ed etichette.

3- Forte di Gavi

Il Forte di Gavi è una fortezza di tipo difensivo costruita dai Genovesi nel luogo di un preesistente castello medievale.

Collocato su una rocca naturale a strapiombo sul borgo, il castello dal punto di vista documentale è citato per la prima volta in un atto notarile dell’anno 973 e successivamente in un diploma imperiale di Enrico VI di Svevia, figlio del Barbarossa, del 1191, che attesta la donazione del feudo alla Repubblica di Genova.

Nel corso del Cinquecento e del Seicento il castello venne via via trasformato in una fortezza attraverso vari interventi che aggiunsero bastioni e mura difensive.

Oggi esso, di cui si possono visitare i cortili, le torrette, i magazzini e alcune sale, è una sede museale ed è inserito nel circuito Castelli Aperti.

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