Co-living a Milano: il nuovo trend per l’investimento
Trovare casa in affitto a Milano, come in molte altre città d’Italia, sta diventando sempre più difficile (non solo per una questione economica). In questo scenario i co-living rappresentano un modello abitativo nuovo che sta incuriosendo investitori di tutto il mondo.
Cos’è un co-living? Il nuovo fenomeno abitativo
Un co-living è un immobile nel quale gli inquilini condividono spazi comuni (solitamente salotto, servizi igienici e cucina) appositamente progettati e possono usufruire di spazi privati. Appartamenti condivisi studiati da arredatori specializzati, pensati da società che stanno ridefinendo il concetto di convivialità e che si prestano per essere affittati per periodi medio-brevi.
Se in passato la scelta di abitare in un co-living era spesso associata a circostanze economiche o situazioni precarie (più vicine al mondo degli studenti che dei lavoratori o delle famiglie), oggi si tratta di una decisione che abbraccia un modo diverso di intendere la vita, dettato da uno spiccato spirito di condivisione e da un’innegabile flessibilità.
Millennial e nomadi digitali sembrano essere il target che maggiormente apprezza questo stile di vita e che riescono a vedere nella condivisione non solo un obbligo, ma un’opportunità. I co-living infatti vanno oltre il concetto tradizionale dei “coinquilini”, per avvicinarsi a quello di comunità, potendo garantire al contempo un alloggio flessibile, centrale e collegato alla città.
È in questo contesto che le persone riescono a condividere idee, interessi e passioni, oltre agli ambienti e alle risorse, senza dover rinunciare alla privacy di un proprio spazio. I co-living infatti funzionano soprattutto per coloro che sentono la necessità di vivere (e magari anche lavorare) in contesti stimolanti, a contatto con persone le cui esperienze siano fonte di arricchimento personale.
Ovviamente il discorso economico non è trascurabile: l’adozione di un’economica condivisa all’interno dei co-living permette di dividere le spese all’interno di un unico canone mensile. In alcune formule infatti il contratto è “all inclusive” e comprende, oltre alla locazione dell’alloggio anche tutte le spese per le utenze domestiche, le pulizie e la manutenzione.
Ma non solo: la crescente solitudine lamentata da molte persone che si trovano a vivere in città diverse da quelle di nascita e la diffusione della sharing economy contribuiscono a spiegare l’evoluzione di questo nuovo fenomeno abitativo.
Un’opportunità interessante per l’investimento immobiliare
A partire dal 2022 sono sempre di più gli investitori che hanno deciso di guardare al settore dei co-living come un mercato pronto per una crescita esponenziale.
In rapporto all’aumento della popolazione, alla carenza cronaca degli alloggi e allo stile di vita, i co-living si presentano come soluzioni pensate per una molteplicità di persone. Non si parla infatti solo di studenti o giovani professionisti con contratti annuali, ma anche di over 45 e famiglie.
La soluzione è interessante soprattutto se si guarda a quelli che sono gli scenari moderni del mondo lavorativo. Se un tempo il “poso fisso” era un obiettivo da raggiungere a tutti i costi oggi molti (ma non certo per tutti) cercano piuttosto una crescita personale e professionale che possa fargli toccare realtà diverse. Flessibilità, collaborazione e co-imprenditorialità sono parole chiave per i co-living.
Co-living a Milano: un settore in crescita
Milano, come spesso accade, è sorvegliata speciale per l’osservazione di questo trend. Non esiste un unico modello di co-living, anzi, il settore sta sperimentando diverse tipologie di mercati target e di sistemazioni.
L’esigenza per gli investitori in questo momento non è quella di monitorare, ma di anticipare l’evoluzione delle aspettative e dei comportamenti delle persone che si muovono nel mercato immobiliare per avere un vantaggio competitivo innegabile.
Un dato servirà a chiarire il perché dell’interesse degli investitori: il 75% della popolazione dell’Unione Europea vive in aree urbane e, secondo la Banca Mondiale e le Nazioni Unite, percentuale è destinata a raggiungere l’84% entro il 2050.
Il gruppo americano Hines ad esempio ha fatto un importante ingresso nel mercato Pbsa (Purpose built student accomodations) con l’acquisto di due grandi strutture da convertire in alloggi vicino all’Università Bocconi, in una joint venture con Reit Blue Noble, e prevede di investire ulteriori 500 milioni di euro in strutture Pbsa italiane. Mentre The Student Hotel è stato tra i primi operatori internazionali a entrare nel mercato italiano, con il loro modello ibrido di affitto soggiorni in hotel.
Le zone più richieste per i co-living? Assolutamente le zone centrali di Milano.
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