Casa Ponti: storia e caratteristiche dell’ultima residenza del celebre architetto

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In via Dezza a Milano si trova Casa Ponti, un palazzo costruito negli anni Cinquanta da uno dei più grandi architetti italiani: ecco la storia e le caratteristiche di questa residenza molto particolare.

Casa Ponti: quale è la sua storia

La casa si trova in via Giuseppe Dezza, in una zona abbastanza centrale, nei pressi di viale Coni Zugna e del parco Solari.

È stata l’ultima residenza abitata da Giò Ponti, uno dei più grandi architetti e designer italiani del Novecento.

Fu lui stesso a volerla e a progettarla, insieme a Antonio Fornaroli e Alberto Rosselli, negli anni 1956-1957, il periodo del boom economico e del grande sviluppo urbanistico delle città italiane, e in particolare di Milano.

Situato al civico numero 49 di via Dezza, il palazzo era fin dal principio destinato a una funzione residenziale e fu progettato per ospitare numerosi appartamenti per una fascia di popolazione di ceto medio-alto.

Giò Ponti poi scelse di vivere qui con la moglie e i quattro figli, in un appartamento situato all’ottavo e ultimo piano: gli interni della sua casa sono stati modificati nel corso del tempo e oggi sopravvivono solamente nelle fotografie d’epoca che lui stesso commissionò a noti fotografi e che vennero pubblicate sulle riviste d’architettura.

Al piano terra si trova una della sedi del Giò Ponti Archives, che custodisce il materiale archivistico dello studio Ponti, con modelli, fotografie, prototipi e oggetti.

Casa Ponti: come è fatta

La facciata del palazzo sul fronte strada presenta, su un basamento in pietra, lunghe balconate e un grande varietà cromatica, data dai colori diversi e personalizzati per ogni appartamento di muri, parapetti e tapparelle.

I primi due livelli del palazzo, dotato di atrio, di cortile interno e di autorimesse, ospitano l’alloggio del custode e alcuni spazi adibiti a uffici.

Per quanto riguarda la pianta e la disposizione delle unità abitative, gli appartamenti presentano spazi interni molto ampi e quasi privi di barriere: ciò rispondeva alle esigenze delle famiglie degli anni Cinquanta e Sessanta, in genere molto numerose.

Così, a parte i vani adibiti a servizi, le altre funzioni della casa, dal soggiorno allo studio, costituiscono un unico ambiente aperto, che nella casa di Giò Ponti arrivava a includere anche le camere da letto. All’occorrenza le diverse stanze possono essere schermate attraverso pareti mobili.

La sensazione di ampiezza è accentuata dalla presenza di tante finestre che contribuiscono a dare ariosità e luminosità, e il tutto è reso elegante dalla scelta delle finiture e dei materiali, come la ceramica a strisce diagonali per il pavimento.

Le pareti delle stanze, inoltre, sono attrezzate con strutture dotate di ripiani, cassetti, mensole, luci, in modo che ogni ambiente sia sempre funzionale e rispondente a tutte le esigenze.

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