Arte: che cos’è il trompe-l’oeil e qual è la sua storia

trompe l'oeil

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Il trompe-l’oeil è una tecnica pittorica che nasce nell’antichità e che riesce a creare nell’osservatore l’illusione di vedere oggetti reali e tridimensionali, i quali in realtà sono solamente dipinti su una superficie bidimensionale.

Definizione e tecnica del trompe-l’oeil

L’espressione trompe-l’oeil, forse coniata in epoca barocca, deriva dai termini francesi tromper, cioè ingannare, e oeil, occhio, e significare letteralmente inganno dell’occhio.

Questa tecnica infatti, grazie ad alcuni espedienti, riproduce elementi reali in modo talmente veritiero e naturale da dare a chi guarda l’illusione di avere davanti un oggetto vero e tridimensionale, che invece è solamente dipinto e bidimensionale.

L’osservatore quindi percepisce una realtà inesistente e creata artificialmente.

Dal punto di vista tecnico, il trompe-l’oeil utilizza il chiaroscuro e la prospettiva.

Per realizzarlo in primo luogo si sceglie la superficie su cui operare e si studia il punto di vista dell’osservatore rispetto al dipinto per individuare la posizione da cui generalmente si osserva la superficie prescelta.

Poi si crea una sorta di scenografia nel quale sono dipinti gli elementi che si vogliono simulare e che si vanno a fondere con l’architettura reale.

Il trompe-l’oeil presuppone una perfetta padronanza dell’uso del colore, delle sfumature, dei giochi di luce e ombra e deve tenere conto anche delle sorgenti luminose dell’ambiente e della loro direzione, in quanto essere possono contribuire all’illusione ottica.

Con questa tecnica si può simulare su una parete la presenza di una profondità, di un’altra stanza, di un paesaggio e perfino di una cupola.

La storia del trompe-l’oeil

Le prime attestazioni del trompe-l’oeil nella storia dell’arte si possono rintracciare già in epoca antica: le pitture di Antico Egitto, Grecia, civiltà etrusca, epoca ellenistica e romana ne presentano diversi casi.

Ma per trovare i primi esempi della tecnica vera e propria del trompe-l’oeil, così come oggi lo concepiamo, bisogna giungere al Medioevo e al Rinascimento.

È in Italia che viene sviluppata ai massimi livelli questa forma artistica: ne è una prima significativa realizzazione la Cappella degli Scrovegni di Padova, dipinta da Giotto nel 1305.

Nel Rinascimento la tecnica del trompe-l’oeil trova la sua massima diffusione e raggiunge un estremo realismo, oltre a una grande raffinatezza.

Grandi maestri come Masaccio, Brunelleschi e Leon Battista Alberti la definiscono e la teorizzano in maniera compiuta e Leonardo la utilizza nelle sue opere perfezionandola.

Da quel momento il trompe-l’oeil viene applicato alle strutture architettoniche conferendo loro profondità spaziale e illusione prospettica, cosa che verrà applicata con eccellenti risultati anche in seguito nell’arte barocca e in quella ottocentesca sia sulle facciate dei palazzi per simulare colonne, nicchie e finestre, sia negli interni delle abitazioni per dare l’illusione della presenza di un’altra stanza o di una vetrata panoramica.

Possono essere considerati come i principali e più illustri esempi di trompe-l’oeil: la Camera degli Sposi di Andrea Mantegna del Palazzo Ducale di Mantova, eseguita intorno al 1464 per i Gonzaga; l’abside della Chiesa di Santa Maria presso San Satiro a Milano, realizzata da Donato Bramante negli ultimi decenni del Quattrocento per gli Sforza; e l’olio su tela Lo Sposalizio della Vergine, dipinto da Raffaello nel 1504, oggi conservato alla Pinacoteca di Brera.

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