2° Rapporto 2020 dell’Osservatorio sul Mercato Immobiliare: l’inversione di tendenza post Covid.
Dalla nostra posizione privilegiata in qualità di associati dell’Osservatorio Immobiliare Nomisma vi informiamo sull’andamento del Mercato Immobiliare italiano.
Presentato a Bologna il secondo rapporto di Nomisma sul Mercato Immobiliare. Dopo un primo trimestre di compravendite in calo del -15,5%, il secondo trimestre 2020 mostra segni di forte sofferenza a causa della pandemia da Covid-19.
Secondo i dati dell’Osservatorio l’anno potrebbe chiudersi con un calo complessivo che potrà variare da un -14,1% – nell’ipotesi più ottimistica – fino a un -22% se si considera lo scenario più sfavorevole.
Le tendenze negative potrebbero manifestarsi, in maniera più contenuta rispetto alla situazione attuale, anche nella prima parte del prossimo anno: nel 2021 il mercato della compravendita sarà trainato dalla domanda di chi possiede autonomia reddituale e patrimoniale, con una crescita che dovrebbe proseguire anche nel 2022 senza però recuperare i livelli registrati prima della diffusione del coronavirus.
Considerando lo scenario “base”, ovvero quello più favorevole, nel 2020 è prevista una contrazione del -2,6% nel segmento abitativo, del -3,1% nel settore direzionale e del -3,2% in quello commerciale.
In tutto questo, Milano riuscirà probabilmente a contenere maggiormente il calo in corso, se confrontata con le altre 13 grandi città monitorate dall’Osservatorio Nomisma. Volendo mantenere una visione moderatamente ottimista, i prezzi a Milano dovrebbero tornare a crescere già nelle prossime settimane e per tutta la seconda metà dell’annualità corrente.
Nonostante l’Ecobonus, per via delle incognite e dell’incertezza di efficacia delle agevolazioni stesse, anche il settore delle costruzioni vede stime in flessione, con un calo dei capitali investiti tra il 9% e il 16% a seconda dello scenario più o meno ottimistico considerato.
Le ragioni di queste proiezioni sono presto spiegate e vanno ricercate nelle conseguenze macro-economiche post Covid, che sta accrescendo la precarietà reddituale di investitori e possibili acquirenti.
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