Una vigna nel centro di Milano? Sì, quella di Leonardo

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Non tutti sanno che nel centro di Milano, in zona Magenta, esiste una vigna appartenuta a Leonardo da Vinci e collocata nel giardino dell’edificio dove l’artista dimorò.

La storia di Casa degli Atellani

Casa degli Atellani è una dimora quattrocentesca appartenuta a Ludovico il Moro, duca di Milano, situata nell’allora Sestiere di Porta Vercellina: essa oggi costituisce l’ultima traccia dell’antico Borgo delle Grazie e si trova in corso Magenta numero 65-67, di fronte alla chiesa di Santa Maria delle Grazie.

L’edificio rientrava tra le costruzioni dovute ai tanti permessi di edificazione concessi dal Moro ai suoi cortigiani in questa zona, allo scopo di popolare l’asse viario di Porta Vercellina e creare un quartiere residenziale prestigioso che ruotasse attorno alla basilica appena costruita.

Egli acquistò la proprietà dai Landi, conti di Piacenza, nel 1490 e la donò a Giacometto di Lucia dell’Atella, suo cavaliere e scudiero, membro di una famiglia di suoi cortigiani, gli Atellani, o della Tela, che resero la loro dimora un luogo mondano di feste e di ritrovi delle personalità della corte sforzesca e che vi abitarono fino al Seicento.

Dopo molti secoli e innumerevoli passaggi di proprietà, la casa venne acquisita dalla famiglia Conti, che nel 1922 ne affidò il restauro all’architetto Piero Portaluppi: i lavori, se da un lato apportarono all’edificio importanti modifiche, dall’altro riportarono alla luce e recuperarono elementi originali, quali gli affreschi e 14 lunette che ritraggono esponenti della famiglia Sforza, ritenute opera del pittore Bernardino Luini.

La vigna di Leonardo da Vinci

Leonardo giunse a Milano nel 1482 dalla Firenze di Lorenzo il Magnifico e subito entrò alla corte di Ludovico il Moro.

Nel 1495 Ludovico diede a Leonardo l’incarico di dipingere l’Ultima Cena nel refettorio di Santa Maria delle Grazie: l’artista, per comodità e per la vicinanza con la chiesa, durante l’esecuzione dell’opera risiedeva proprio presso gli Atellani.

Mentre Leonardo stava terminando l’opera, il Moro, nel 1498, gli donò con atto notarile una vigna di circa 16 pertiche, un ettaro circa, in segno di riconoscenza per le “svariate e mirabili opere da lui eseguite per il duca”:

La vigna, citata da Leonardo in alcuni dei suoi Codici, dove ne definiva i confini e le dimensioni, fu piantata e coltivata in un campo collocato in fondo al giardino della Casa degli Atellani.

Quando nell’anno 1500 i Francesi conquistarono il Ducato di Milano costringendo Ludovico alla fuga e poi catturandolo, anche Leonardo lasciò la città: la sua vigna fu confiscata, per poi venirgli restituita alcuni anni dopo da Carlo d’Amboise, re di Francia e suo nuovo mecenate.

Leonardo, che teneva molto alla sua vigna, la citò anche nel testamento, tramite il quale, alla sua morte nel 1519, la lasciò in eredità per metà a un servitore e per metà al suo allievo prediletto, Gian Giacomo Caprotti, detto il Salaì.

A Milano il vino di Leonardo da Vinci

In occasione di Expo 2015, per volontà della Fondazione Portaluppi e degli attuali proprietari di Casa degli Atellani, è stato realizzato il progetto di recupero della vigna di Leonardo, che con il tempo era andata perduta.

Grazie all’Università degli Studi di Milano, a partire dal 2007 sono state condotte delle ricerche di tipo genetico sul DNA della vite originaria, i cui residui biologici vivi sono stati ritrovati nel terreno del giardino della casa.

A 500 anni di distanza, la vite – una Malvasia di Candia Aromatica, vitigno a bacca bianca coltivato per lo più nell’Oltrepò Pavese e nelle zone di Parma e Piacenza – è stata reimpiantata e coltivata, portando alla prima vendemmia nel settembre 2018 e alla produzione della Malvasia di Milano, il vino di Leonardo da Vinci.

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