San Maurizio al Monastero Maggiore, un gioiello nel centro di Milano

San Maurizio al Monastero Maggiore Milano

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La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore è un piccolo gioiello artistico situato in pieno centro, in corso Magenta, e per la ricchezza delle sue decorazioni è definita la Cappella Sistina di Milano.

Quale è la storia della Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore

La Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, di origine paleocristiana, venne ricostruita nel Cinquecento e faceva parte del più importante monastero femminile della città, appartenente all’ordine benedettino.

I lavori, diretti da architetti allora attivi nel Duomo di Milano e alla Certosa di Pavia, iniziarono nel 1503 e già nel 1509 furono completati.

Nei decenni successivi all’edificazione della chiesa vennero poi realizzati i cicli di affreschi.

Il convento, uno dei più ricchi della città, fu soppresso per effetto del decreto del 1798 della Repubblica Cisalpina di Napoleone Bonaparte, che abolì gli ordini religiosi confiscandone i beni.

Da quel momento il complesso fu adibito a svariate funzioni, caserma, scuola femminile, ospedale militare, subendo anche modifiche strutturali e demolizioni.

Solo a partire dagli anni Sessanta e poi negli anni Ottanta e Duemila furono realizzati molti interventi di restauro, che hanno permesso di salvare le ricche decorazioni.

Una parte della struttura dell’ex convento ospita oggi il Civico Museo Archeologico di Milano e le visite alla Chiesa di San Maurizio sono gestite dal Touring Club Italiano.

 

 

 

 

Quali sono le caratteristiche della Chiesa di San Maurizio

La chiesa, a navata unica, è suddivisa in due parti, separate da un tramezzo e oggi collegate da una porticina: un’aula anteriore, pubblica, a cui accedevano i fedeli; e un’aula posteriore, riservata alle monache di clausura che vivevano nel monastero e che seguivano la messa attraverso una grata.

Mentre la facciata è spoglia e rivestita in pietra grigia, gli interni invece sono riccamente decorati con affreschi di scuola post-leonardesca.

L’opera, finanziata dalla potente famiglia Bentivoglio, fu affidata a uno degli artisti più importanti dell’epoca, Bernardino Luini.

 

Entrambe le aule presentano numerose cappelle laterali e gli affreschi ricoprono del tutto le pareti, il soffitto e la parete divisoria.

Gli affreschi presentano scene della vita di Cristo e di San Maurizio, angeli, santi, scene bibliche e raffigurano anche i committenti, nonché monache e badesse appartenenti alla famiglia Bentivoglio.

Alle decorazioni lavorarono il Luini personalmente, i suoi figli e i pittori della sua scuola, ma anche la bottega di Vincenzo Foppa e forse il Boltraffio, allievo di Leonardo.

 

 

 

 

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