Mutui: nel 2024 conviene il tasso fisso o il variabile?
Quando si accende un mutuo presso un istituto di credito per l’acquisto della casa, la scelta principale riguarda la tipologia di tasso, ossia se fisso o variabile.
Decidere in un senso o nell’altro dipende da vari fattori e può incidere fortemente sull’entità della rata mensile.
Naturalmente l’andamento dei tassi dei mutui è correlato alla situazione economica italiana e internazionale e alle scelte della Banca Centrale Europea in materia di costo del denaro.
Quale tasso conviene nel 2024?
Vediamo qual è la situazione per i mutui bancari a tasso variabile e cosa considerare nella scelta.
L’andamento del tasso variabile: le previsioni
Nel corso del 2023 i clienti delle banche si sono orientati in maniera netta verso i tassi fissi: infatti ben il 90% di chi ha acceso un mutuo ha scelto il tasso fisso.
Ciò è stato determinato dal fatto che i tassi variabili sono arrivati a misurare oltre 1,5 punti in più rispetto ai fissi.
Pare che le prospettive possano cambiare a breve termine, per via di una diversa politica monetaria della BCE che probabilmente porterà a un calo dei tassi.
Le previsioni per quanto riguarda l’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabile, sono che esso arrivi al 2,3% a fine 2024 e al 2% a fine 2025, con un taglio di 150 punti base nel prossimo anno.
Su un mutuo per la casa di lunga durata si tradurrebbe in un abbassamento significativo della rata mensile da pagare, anche superiore ai 100-150 euro.
Cosa considerare nella scelta del tasso variabile
Optare o meno per il mutuo variabile però non dipende soltanto dall’andamento dei tassi, ma tiene conto della situazione finanziaria personale di chi stipula un contratto di mutuo per la casa, per esempio delle prospettive di reddito.
Il mutuo a tasso fisso permette di sapere in anticipo e con certezza quale sarà il costo della rata mensile per tutta la durata del mutuo e quindi non prevede sorprese di sorta.
Viceversa, il mutuo a tasso variabile segue l’andamento della situazione economica, quindi può aumentare o può subire un calo: chi lo sceglie deve essere pronto ad affrontarne i rischi.
Pertanto esso può essere conveniente sul lungo periodo, in quanto le oscillazioni verso il basso possono portare a una forte riduzione della rata in alcuni periodi.
Può essere una buona scelta anche nel caso in cui non si tratti di un prestito molto alto o non sia di lunga durata: l’eventuale aumento della rata in questi casi non inciderebbe in modo troppo pesante.
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