Al Museo del Novecento una mostra dedicata agli scacchi

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È visitabile fino al 31 agosto presso il Museo del Novecento di Milano l’originale mostra dal titolo “Le regole del gioco” dell’artista Massimo Kaufmann, dedicata al gioco degli scacchi.

Le scacchiere in mostra al Museo del Novecento

La mostra ha un forte carattere interattivo e performativo e, come suggerito dal titolo, sovverte in un certo qual modo le regole del gioco degli scacchi.

In esposizione vi sono quattro opere del pittore contemporaneo Massimo Kaufmann, che sono delle vere e proprie scacchiere d’artista.

Tre, realizzate in legno, presentano le misure regolamentari di 57×57 centimetri e sono costituite da 64 caselle e da 32 scacchi, mentre la quarta, chiamata Pan, ha dimensioni ridotte ed è destinata ai bambini.

La particolarità di queste scacchiere è che i pezzi sono dipinti con colori a olio in 96 colori differenti.

Questa scelta cromatica chiaramente sovverte la prima regola degli scacchi, ossia la presenza unicamente del bianco e del nero per i due giocatori.

Le regole del gioco riguardo alle possibili mosse e alle modalità sono le stesse, ma la presenza di una miriade di tonalità confonde a livello percettivo, tanto più che i pezzi sono in continuo spostamento.

La quattro scacchiere esposte sono rese disponibili ai visitatori appassionati di scacchi, che possono prenotare le postazioni nei giorni previsti del martedì e del giovedì per cimentarsi in partite dalla caratteristiche così diverse dal solito e senz’altro originali.

La mostra si trasforma quindi in performance, accentuata dalla presenza dell’artista, disponibile egli stesso alle sfide.

Il significato della mostra sugli scacchi di Kaufmann

Massimo Kaufmann ha concepito l’idea di queste scacchiere nel tragico momento storico della pandemia del 2020, a cui poi hanno fatto seguito la crisi internazionale e la guerra tra Russia e Ucraina.

Gli oggetti in mostra non hanno quindi solamente una funzione ludica, ma rappresentano anche il tema del conflitto in tutti i sensi.

Ogni pezzo, se da un lato mantiene la funzione a cui è destinato, dall’altro lato possiede una propria identità, che gli è data dal colore e che gli impedisce di appartenere a un preciso schieramento.

La confusione visiva determinata dai colori genera una confusione cognitiva e induce, per non dire favorisce, cambi di campo e di appartenenza.

La partita a scacchi diventa allora metafora di un conflitto, in cui le parti in causa non sono solo due, ma equivalgono a innumerevoli soggettività e a molteplici componenti in causa, dotati di altrettanti differenti interessi e punti di vista.

Delle tre scacchiere principali, oltre alle due colorate, ce n’è una terza, che si ispira a Guernica, il capolavoro di Pablo Picasso, simbolo di denuncia degli orrori della guerra, per la scelta del colore, oltre che per il significato.

In questa scacchiera, infatti, il gioco si complica ancora di più, in quanto i pezzi sono dipinti in 96 tonalità di grigio, accentuando ulteriormente il senso di confusione e la possibilità di cambi di campo.

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