Direttiva Case Green: come può influenzare il mercato immobiliare?

La direttiva europea Case Green, discussa e approvata quest’anno, ha generato molte perplessità e discussioni nei vari Stati membri dell’Unione Europea perché giudicata sostanzialmente irrealistica da realizzare nei tempi previsti.
Ma potrebbe influenzare il mercato immobiliare? E se sì, come?
Vediamo cosa prevederebbe la direttiva UE e quali potrebbero essere i suoi effetti sul mercato delle compravendite di immobili.
Cosa prevederebbe la Direttiva Case Green
Il testo della proposta del Parlamento Europeo approvato a marzo 2023, e poi ridiscusso a ottobre, a proposito delle Case Green prevede l’adeguamento degli edifici residenziali per l’efficientamento energetico e fissa degli obiettivi temporali.
Sebbene manchi ancora un vero e proprio accordo tra Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo, la direttiva, così come è attualmente, ha dato origine a molti dibattiti nei diversi Stati, inclusa l’Italia, circa la reale fattibilità.
Infatti, oltre all’adeguamento delle prestazioni energetiche degli edifici pubblici e di quelli non residenziali e oltre all’obbligo di costruire i nuovi edifici a zero emissioni, la direttiva UE prevederebbe il raggiungimento della classe E per gli immobili residenziali già esistenti entro il 2030 e della classe D entro il 2033.
Una possibile alternativa, ora al vaglio, potrebbe essere quella di lasciare ai governi dei singoli Paesi un’autonomia nella definizione del calendario degli obiettivi, anche in base alla specifica situazione, e quindi una maggiore discrezionalità, pur rispettando regole e vincoli europei.
L’impatto della Direttiva Case Green sul mercato immobiliare
L’adeguamento degli edifici residenziali già esistenti rappresenta un nodo di difficile soluzione.
I due step del raggiungimento prima della classe E nel 2030 e poi della classe D nel 2033 imporrebbero quindi la ristrutturazione entro tali date di tutti gli immobili residenziali che ora si trovano nelle classi E, F, G.
Secondo i dati di ENEA, in Italia ben 11 milioni di abitazioni, corrispondenti al 74% degli immobili residenziali, risultano essere in classe energetica inferiore alla D, e nella fattispecie il 15,9% delle abitazioni è in classe E, il 23,8% in classe F e il 34% in classe G.
Per contro, solamente il 12% degli immobili è in classe A.
Il rischio di un mancato o tardivo adeguamento non potrà che essere una svalutazione degli immobili.
Già oggi un immobile di classe A costa in media il 68% in più rispetto a un immobile di classe G di uguale tipologia e metratura.
Tali ricadute sul mercato immobiliare porteranno con sé altre conseguenze economiche, quali ad esempio la contrazione dei consumi, la svalutazione delle aree cittadine con immobili non a norma, l’aumento dei prezzi nel settore dell’edilizia.
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