Affitti brevi: cosa prevede il nuovo provvedimento
Negli ultimi mesi si è parlato molto degli affitti brevi, una modalità sempre più usata dagli italiani per mettere a reddito il proprio immobile, specialmente nelle grandi città e nelle località turistiche più importanti.
Proprio per regolamentare il settore è stata recentemente presentata una nuova proposta di legge, che prevede limiti e sanzioni.
Vediamo di cosa si tratta.
La proposta di legge sugli affitti brevi
Qualche settimana fa l’ufficio legislativo del Ministero del Turismo ha presentato e ha inviato alle associazioni di settore una nuova bozza di un provvedimento che ha lo scopo di regolamentare in maniera più stringente il mercato degli affitti brevi, cosa che peraltro è stata sollecitata da alcune amministrazioni, come nel caso di Milano.
La proposta di legge allo studio mira a porre dei limiti precisi a questo mercato essenzialmente per due motivi: fornire una disciplina uniforme a livello nazionale e contrastare l’abusivismo nel settore.
Essa nasce da un confronto con le associazioni di categoria e degli inquilini, con le regioni e con i sindaci delle città metropolitane per arrivare a formulare una proposta il più possibile condivisa e tiene conto anche di altri aspetti, quali per esempio la necessità di impianti a norma e il rispetto della normativa antincendi, così come richiesto per le strutture ricettive alberghiere.
Cosa prevede il nuovo regolamento sugli affitti brevi
Diverse sono le novità previste dalla bozza di provvedimento.
Vi è un innalzamento delle sanzioni fino a 5000 euro per chi affitta una casa per una sola notte.
Il soggiorno non può essere inferiore a due notti nelle zone territoriali omogenee che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale, ivi comprese le aree circostanti.
Viene introdotta l’obbligatorietà di un codice identificativo nazionale, il CIN, che, diversamente dal precedente codice regionale, è collegato all’immobile e deve essere esposto su piattaforme, canali di promozione e fisicamente all’ingresso del palazzo, pena il pagamento di una sanzione da 500 a 5000 euro e la rimozione dell’annuncio, mentre la mancata richiesta del CIN prevede una multa fino a 8000 euro.
Infine, scende da 4 a 2 il numero di appartamenti dello stesso proprietario che possono essere affittati in locazione breve sul territorio nazionale e che possono essere tassati con cedolare secca.
Chi supera il limite di due abitazioni messe a reddito con gli affitti brevi avrà l’obbligo di aprire la partita Iva e iscriversi al registro delle imprese.
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