Vocazione e Formazione
Dal 1995 su strade, marciapiedi e… “case chiuse”
Consentitemi la battuta… ma è la realtà.
Era il 15 maggio del 1995 il mio primo giorno di lavoro in un’agenzia Tecnocasa di via Porpora a Milano. Lo ricordo benissimo il primo giorno: per paura di arrivare in ritardo, alle 7.30 ero di fronte all’agenzia, che apriva alle 9.00.
Arrivò la moglie del Titolare, mi guardò con un certo disprezzo, mi fece entrare in agenzia e mi ordinò di sedere ad una scrivania. Mi buttò in mano il Manuale Operativo e mi disse: “Leggi”. Lessi per tutto il giorno senza capire niente.
La mattina dopo mi diede una fotocopia di una piantina, con evidenziate alcune vie della città e un taccuino e mi disse (sempre con la grazia del primo giorno) di andare in quella zona e di “tirare giù i cartelli”. Non discutendo minimamente l’ordine ricevuto, e con molta perplessità, raggiunsi a piedi la “mia zona di competenza” e cominciai a strappare i cartelli ad ogni portone, ad ogni cancello con determinazione.
Dopo tre ore, un po’ stanco e sudaticcio, rientrai in ufficio con circa 100 cartelli sotto il braccio. I miei colleghi si misero a ridere, mentre la “simpatica” moglie del Titolare mi aggredì verbalmente, sostenendo che non dovevo strappare i cartelli delle altre agenzie. Le risposi con rabbia e gli spiegai che: “se mi ordina di tirare giù i cartelli io eseguo”.
Calmati gli animi mi spiegò che tirare giù i cartelli per lei voleva dire copiare sul taccuino la via, il civico, il numero dei locali e il numero di telefono dell’agenzia. Era il primo passo per far notizia, cioè risalire al proprietario della casa in vendita…
Un po’ di storia a parte, è mio intento ringraziare particolarmente tutte le persone che si sono fidate di me sia per comprare che per vendere casa in tutti questi anni.
Ringrazio tutte le persone che sono state puntuali agli appuntamenti, a tutte le persone che con garbo mi hanno risposto al telefono, a chi ha ascoltato i miei consigli, a tutte le persone leali e corrette.
Un ringraziamento va ai miei Titolari (…si Titolari, ne avevo cinque), che hanno creduto in me, ma ringrazio quei Titolari che non credevano in me, in quanto la loro diffidenza ha alimentato fortemente la mia determinazione nel fare questo lavoro.
Ringrazio i miei primi colleghi: Diego, Luca, Arturo, Alessandro e Arthur, che con i loro consigli mi hanno aiutato a superare le prime difficoltà di un nuovo lavoro in una nuova città.
“Nel 1992 a bordo della Amerigo Vespucci rimasi colpito dal motto «Non chi comincia ma quel che persevera», incuriosito, chiesi ad un Ufficiale il significato e mi rispose: “esprime la sua vocazione alla formazione ed addestramento dei futuri ufficiali della Marina Militare.
Ebbene VOCAZIONE e FORMAZIONE, due concetti che mi porto dentro nello svolgere quotidianamente la mia professione.”
Francesco Morabito