Palazzo Edison a Milano: storia di un gioiello del liberty

Palazzo Edison Milano

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Palazzo Edison, sede dell’omonima società leader nell’ambito del mercato dell’energia, si trova a Milano in Foro Buonaparte al numero 31, nei pressi del Castello Sforzesco.

L’edificio, la cui costruzione risale alla fine dell’Ottocento, al suo interno racchiude interessanti testimonianze dello stile liberty.

Qual è la storia di Palazzo Edison

L’edificio venne costruito nell’ambito della riorganizzazione degli spazi urbani attigui al Castello Sforzesco messo in atto dal Comune di Milano negli anni Ottanta dell’Ottocento, che vide l’integrazione tra il Castello e il tessuto cittadino, la creazione di grandi arterie di collegamento e il disegno del tracciato semicircolare del Foro Buonaparte.

Su un’area edificabile posta sul lato sud di Foro fu costruito il nuovo palazzo per conto dell’allora “Società italiana per le strade ferrate del Mediterraneo”, che si occupava dello sviluppo della nascente rete ferroviaria italiana e che decise di dotarsi di una nuova sede nel centro di Milano.

Il progetto del nuovo edificio venne affidato all’architetto Enrico Combi e i lavori vennero completati a tempo di record in soli 15 mesi, dal maggio 1891 all’agosto 1892.

Il palazzo, che quindi nacque fin da subito a uso ufficio e come sede aziendale di rappresentanza, si sviluppava su cinque piani, anche se risultava visivamente di soli quattro: il quinto piano, infatti, è leggermente arretrato rispetto alla facciata e nascosto da una finta balaustra, per uniformare l’edificio a quelli circostanti già esistenti e allinearlo alla loro altezza, prevista dal piano urbanistico.

Nel 1923 venne acquistato dalla società Edison, più tardi divenuta Montedison, della quale tuttora ospita la sede.

Fin da subito la struttura si dotò di innovazioni tecnologiche decisamente all’avanguardia per l’epoca, quali un sistema automatico di distribuzione della posta tra i diversi piani e un interfono per la comunicazione tra gli uffici.

Palazzo Edison, gioiello dello stile liberty

Nel corso degli anni Venti, a seguito di questa acquisizione, gli interni vennero abbelliti con richiami allo stile allora imperante in tutta Europa, lo stile liberty, quasi in contrasto con l’austera struttura esterna, in stile neoclassico, di qualche decennio prima.

Furono inseriti infatti elementi in ferro battuto, quali ringhiere delle scale, balaustre, profili delle porte e lampade, insieme a bellissime vetrate artistiche e decorazioni a motivi floreali.

Le vetrate, situate al primo piano, sono in numero di tre e risalgono al 1922.

La prima è una copertura piana di forma ottagonale dell’atrio di entrata del palazzo ed è sita in posizione centrale rispetto alle altre due.

Esse sono due cupole quasi gemelle poste rispettivamente nella Sala degli analisti e nella Sala degli Azionisti e sono state realizzate dalla ditta Corvaya-Bazzi, una vetreria artistica, su disegno dello stesso Carlo Bazzi, pittore e anche uno dei primi designer italiani.

Ogni cupola è composta da 18.000 pezzi di vetro colorato realizzati a mano, per un totale di 550 metri quadrati di superficie e di 20 quintali di peso.

Al secondo piano, vi è poi la Sala della Fontana, che oggi ospita il consiglio di amministrazione: al suo interno vi è una fontana, ancora oggi funzionante, che reca inciso un verso del Cantico delle Creature di San Francesco e che, oltre ad avere una funzione decorativa, serviva ad assorbire, grazie all’acqua, il fumo di pipe e sigari fumati nel corso delle riunioni.

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