Se c’è un elemento nella decorazione della casa che conosce delle fasi cicliche di tendenza questa è la carta da parati. In alcuni momenti appare indispensabile, poi, improvvisamente, diviene obsoleta, per poi tornare di nuovo a essere trendy e ricca di soluzioni.
Il momento che stiamo vivendo appartiene decisamente alla sua fase “up”, anzi si potrebbe dire che questo rinascimento della carta da parete abbia definitivamente traghettato questo prodotto nella fascia alta tra gli elementi decorativi variabili.
Quali sono i motivi? Innanzitutto la possibilità di personalizzare il decoro. Fino a qualche tempo fa chi voleva vestire una parete (ma c’è stato anche un tempo in cui si rivestivano tutte quelle di casa!) era obbligato a scegliere tra i campioni predefiniti dai produttori. Dal floreale al pop, fino all’optical, i motivi esplosi negli anni Settanta avevano dato un tono aggressivo ai rivestimenti, tono poi totalmente rigettato dall’avvento delle estetiche minimaliste.
“Nambillo”, design Alessandro Scanziani per WallPepper®.
“Vivido”, design Maria Lopez Garcia per Wet System Collection di Wall&Deco.
La facilità di applicazione ma soprattutto la facilità di eliminazione, visto che le nuove carte sono fatte in materiale ecologico (tessuto non tessuto in genere, che si toglie senza problemi), favoriscono un uso un po’ modaiolo e meno statico delle wallpaper e invitano alla creatività e all’alternanza.
Chi però non vuole personalizzare (il costo è naturalmente superiore perché vanno calcolate le spese di digitalizzazione e creazione del pattern) ha comunque a disposizione una tale quantità di soluzioni predefinite in modo da poter comunque creare un proprio mondo particolare.
La customizzazione però non è l’ultima frontiera: oggi alcuni produttori italiani, sono riusciti a realizzare carte da parati idrorepellenti, da usare quindi anche in bagno o in cucina, antibatteriche (perché esiste il pregiudizio che la carta possa essere un ricettacolo di microbi), persino fonoassorbenti oltre che, ovviamente, ignifughe.