Come gestire un’eredità immobiliare: la guida pratica

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Oltre alla componente emotiva che spesso accompagna la ricezione di un bene in eredità, è fondamentale essere informati su tutti i passaggi necessari per affrontare la successione in modo corretto, evitando errori o potenziali perdite economiche. Gestire un’eredità immobiliare infatti è un processo complesso che richiede conoscenze giuridiche, fiscali e pratiche specifiche.

Lavorando nel settore immobiliare da anni mi rendo conto di quando questa tematica sia ancora poco considerata in maniera preventiva: il più delle volte infatti l’eredità si gestisce una volta deceduto il de cuius. Non c’è nulla di male, ma la tassazione, lo stress e le incertezze aumentano in maniera esponenziale rispetto alla situazione in cui è il proprietario dei beni immobili ad occuparsene in prima persona. Non è questa la sede per approfondire questo argomento, ma volevo comunque darti uno spunto.

Con questa guida veloce (e molto pratica) miro ad offrirti un quadro chiaro del processo di gestione di un’eredità immobiliare in Italia, dai primi passi fino alle scelte relative alla nuova proprietà ereditata.

Successione ereditaria: accettazione, divisione e tassazione

Successione ereditaria: Alla morte della persona deceduta si apre automaticamente la successione, con la quale i beni passano agli eredi. Secondo il codice civile italiano, l’eredità può essere accettata in modo esplicito (con dichiarazione formale) o implicito (con atti che comportano accettazione tacita, come la vendita di un bene ereditato).

Se ci sono più eredi, sarà necessario effettuare una divisione dei beni. Questo passaggio può essere complicato, poiché richiede l’accordo di tutte le parti coinvolte. Senza un accordo tra gli eredi, si potrebbe ricorrere alla divisione giudiziale, una procedura legale che può durare anni e comportare costi elevati.

Ogni bene ereditato è soggetto a tassazione. In Italia, l’imposta di successione varia in base al grado di parentela con il defunto. Ad esempio, per i parenti in linea retta (figli e genitori) l’aliquota è del 4%, mentre per parenti più lontani può arrivare al 6-8%.

Valutazione immobiliare

Una volta ottenuta l’eredità, è consigliabile effettuare una valutazione dell’immobile per avere un’idea precisa del suo valore di mercato. Una perizia professionale può fornire una stima accurata, basata su fattori quali l’ubicazione, lo stato di conservazione, le dimensioni, ma anche le caratteristiche specifiche dell’immobile.

Questa valutazione non è solo utile per conoscere il valore di un bene, ma è essenziale anche in caso di eventuale vendita o affitto. In alcuni casi consiglio di effettuare una valutazione immobiliare prima dell’accettazione dell’eredità qualora la persona che eredita sia indecisa se accettare o meno.

Dichiarazione di successione e voltura

Entro 12 mesi dal decesso dovrai fare la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate. Essa è necessaria per ufficializzare il passaggio di proprietà ai nuovi eredi. Se il patrimonio ereditato include immobili, la dichiarazione di successione deve contenere una serie di informazioni, come il valore catastale dell’immobile e l’identità degli eredi.

Con la dichiarazione di successione è obbligatorio richiedere anche la voltura catastale, cioè l’aggiornamento dei dati catastali per registrare l’immobile a nome degli eredi. La voltura viene solitamente fatta contestualmente alla dichiarazione di successione e permette di regolarizzare la posizione dell’immobile in modo ufficiale.

Vendita dell’immobile ereditato

Una volta ereditato l’immobile ti troverai di fronte ad un dilemma: vendere, utilizzare o affittare? La risposta a questo quesito dipende interamente dai tuoi desideri e dalle tue aspettative, oltre che, ovviamente alle opportunità del mercato, per capire le quali ti consiglio di affidarti ad una figura esperta che sappia indirizzarti.

Qualora tu decida di vendere – posta la regolarità di tutti i passaggi preliminarmente descritti – sarà il momento di mettere l’immobile in vendita. La vendita in Italia, è soggetta a tassazione se effettuata entro cinque anni dalla data di successione, a meno che non sia prima casa.

Prima di vendere, è consigliabile effettuare una verifica catastale e ipotecaria per garantire che non vi siano problemi di conformità urbanistica o ipoteche sull’immobile.

Affitto tradizionale o affitto breve

Una valida alternativa alla vendita è l’affitto dell’immobile, che può generare un reddito stabile. Le due principali opzioni sono:

  • Affitto tradizionale: consente di mettere in affitto l’immobile per lunghi periodi, con contratti generalmente di 4 anni rinnovabili. Questo tipo di contratto comporta costi minori di gestione e una stabilità economica più prevedibile.
  • Affitto breve: ideale se l’immobile è in una zona turistica o frequentata da professionisti, permette di affittare per periodi più brevi, come weekend o settimane. Tuttavia, questa formula comporta maggiori oneri gestionali e la necessità di rispettare normative specifiche, come la registrazione presso il Comune e l’adempimento degli obblighi fiscali.

Entrambe le modalità di affitto permettono di mettere l’immobile ereditato a reddito, ma la scelta tra una e l’altra modalità dipende da molti fattori che un consulente saprà sicuramente aiutarti a mettere in luce.

Donazione dell’immobile ereditato

Se desiderate trasmettere l’immobile ereditato a un’altra persona è infine possibile optare per la donazione. In Italia le donazioni immobiliari sono soggette all’imposta di donazione, calcolata in base al grado di parentela tra donante e beneficiario.

È bene sapere infine che l’atto di donazione può presentare alcune limitazioni, soprattutto per quanto riguarda la rivendita dell’immobile in futuro, poiché i beni donati possono essere soggetti a revoca in determinate condizioni.

 
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