Diritto di prelazione in ambito immobiliare: cos’è e come funziona

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Il diritto di prelazione è il diritto di avere la priorità, rispetto ad altri soggetti che si trovano a parità di condizioni, nella conclusione di un contratto.

In ambito immobiliare, significa poter acquistare una casa prima di altre persone eventualmente coinvolte o interessate.

Come funziona il diritto di prelazione in ambito immobiliare

Innanzitutto il diritto di prelazione può essere legale, ossia previsto dalla legge in alcuni casi specifici, oppure volontario, qualora derivi da un accordo tra le parti.

I soggetti coinvolti sono il prelazionante, cioè colui che concede il diritto di prelazione, e il prelazionario, il soggetto che gode e fa valere il diritto di prelazione.

In ambito immobiliare l’esistenza di un diritto di prelazione impedisce al prelazionante di vendere un’abitazione ad altri senza aver prima dato al prelazionario la possibilità di acquistarla.

Solo qualora il prelazionario decida di non esercitare il proprio diritto, il proprietario del bene potrà venderlo a soggetti terzi.

Viceversa, se il prelazionante proprietario non rispettasse il diritto di prelazione esistente, dovrebbe risarcire la controparte.

Un esempio tipico di prelazione legale si ha nel diritto successorio: se un coerede vuole vedere un immobile ereditato o una sua parte, deve notificare la proposta di prelazione, comprensiva del prezzo di vendita, agli altri coeredi, che in base all’articolo 732 del Codice Civile hanno il diritto di prelazione e possono esercitarlo entro 60 giorni dalla notificazione.

Il diritto di prelazione nella locazione a uso abitativo

Se il proprietario di un’abitazione data in affitto decide di venderla, la legge prevede che l’affittuario possa esercitare il diritto di prelazione.

In questo caso il proprietario deve proporre al locatario l’acquisto dell’immobile alle stesse condizioni in cui lo proporrebbe a terzi e notificargli tramite lettera raccomandata l’offerta e l’importo richiesto: l’affittuario ha 60 giorni di tempo per esercitare il proprio diritto.

In alcuni casi però non è possibile esercitare tale diritto: per esempio, se il proprietario intende vendere l’immobile al coniuge o a un parente entro il secondo grado, o destinarlo a una società, oppure se il contratto di affitto è stato già rinnovato e la vendita interviene dopo la prima scadenza del contratto di locazione, oppure se il locatario ha la proprietà di altri immobili a uso abitativo oltre a quello adibito ad abitazione principale.

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