Qual è la differenza tra residenza anagrafica e fiscale?
Quando si parla di residenza, si fa riferimento al luogo in cui formalmente si vive, ossia la città e l’indirizzo indicati nei documenti di identità.
In realtà, va fatta una distinzione tra due differenti tipologie di residenza: quella anagrafica e quella fiscale.
Ma cosa si intende per residenza fiscale e qual è la differenza rispetto a quella anagrafica a cui tutti normalmente si riferiscono?
Scopriamo la differenza tra questi due concetti.
Cos’è la residenza anagrafica
Per residenza anagrafica si intende il luogo in cui una persona risiede stabilmente e coincide con quella che viene definita dimora abituale.
Si tratta della città e dell’indirizzo esatto in cui ognuno è registrato all’anagrafe del Comune.
La residenza anagrafica è quindi il luogo che viene considerato il punto di riferimento a fini amministrativi, per esempio nel caso di rilascio del documento di identità o della tessera elettorale, così come anche per l’assegnazione del medico di base e per l’assistenza sanitaria.
Un concetto diverso da questo è quello di domicilio: mentre la residenza anagrafica è appunto la dimora abituale e stabile di una persona, il domicilio può cambiare in via temporanea, per motivi di lavoro o di studio o per particolari esigenze familiari.
Cosa si intende per residenza fiscale
La residenza fiscale invece è il posto che viene considerato a scopi fiscali, ossia per il pagamento dei tributi e delle tasse.
Nel caso di soggetti residenti all’estero, l’Agenzia delle Entrate considera una persona come residente in Italia ai fini della determinazione delle imposte sui redditi se vi abita per almeno 183 giorni all’anno.
Pertanto i due concetti di residenza hanno finalità diverse e sono determinate da specifici fattori: in genere coincidono, ma in qualche caso si tratta di due luoghi differenti.
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