L’inflazione non frena l’acquisto della seconda casa

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L’inflazione che dal 2022 sta colpendo l’Italia è sotto agli occhi di tutti: basta andare al supermercato, guardare una bolletta del gas o controllare il conto corrente a fine mese. Se i prezzi nello scorso anno hanno registrato un aumento del +2 e +4%, i risultati saranno condizionati anche dall’andamento nel tempo del mercato del credito i cui tassi risultano in aumento e potrebbero portare ad una maggior prudenza da parte dei potenziali acquirenti.

Eppure in questo scenario il mercato immobiliare italiano, che come ho già previsto, tenderà ad un ribasso dei prezzi, ha un nuovo alleato: l’acquisto della seconda casa.

La casa di proprietà è una certezza ed è per questo che moltissimi continuano ad investire nella seconda casa o nella terza. Una casa è sicuramente il bene rifugio per eccellenza, specie in periodi di grande incertezza come questo che stiamo vivendo.

Le seconde case degli italiani

L’acquisto delle seconde case finalizzate ad un utilizzo personale, per trascorrere i fine settimana, per staccare la spina e per vivere – almeno temporaneamente – in aree meno congestionate e verdi è un trend in continua crescita.

D’altronde è evidente come lo scenario sia notevolmente cambiato dopo la pandemia: le persone preferiscono bed&breakfast e appartamenti rispetto agli hotel e sempre più cercano una seconda casa, facilmente raggiungibile in auto, per poter trascorrere anche i weekend.

Questo vale soprattutto per certe tipologie di immobili con ampi spazi interni ed esterni, soluzioni indipendenti o con poche unità e in contesti poco urbanizzati.

La seconda casa come investimento

L’acquisto della seconda casa è però anche un investimento che continua a crescere in linea con l’aumento delle richieste per le locazioni brevi in zone turistiche o in aree rurali. Le strutture ricettive tradizionali, come gli hotel, non appaiono più come l’unica soluzione e sempre più persone si affacciano alle vacanze cercando alternative più intime con un maggior grado di libertà percepito.

Secondo i recenti studi l’inflazione galoppante potrebbe addirittura accrescere la richiesta di seconde case in quanto sempre più famiglie vedono, a ragion veduta, l’investimento immobiliare come un investimento sicuro nel quale canalizzare i risparmi e guadagnare sul lungo termine.

Il proprietario di un immobile infatti in questo momento può tranquillamente compensare l’aumento del tasso d’inflazione aumentando in parallelo le tariffe e, di conseguenza, il reddito da locazione. Quante attività possono fare lo stesso senza incorrere nel rischio di perdere clienti? Quante invece sono impossibilitate anche solo a fare questi pensieri?

Il segreto per l’investimento perfetto

Non sarei onesto se dicessi che qualsiasi acquisto immobiliare è un buon investimento. Prima di tutto è fondamentale (e non mi stancherò MAI di ripeterlo) capire che tipo di operazione si vuole fare. La domanda preliminare dev’essere sempre: “cosa vuoi farci con quest’immobile?”.

Certamente un immobile acquistato per la famiglia, come seconda casa per i weekend o per le vacanze, avrà ben altre dinamiche ed esigenze rispetto ad un investimento fatto in ottica di business. Nel primo caso infatti i bisogni famigliari saranno alla base della scelta, pur rimanendo il fatto che in un futuro la proprietà potrà sempre essere venduta, disinvestendo il capitale immobilizzato.

Se invece l’acquisto immobiliare è pensato in ottica di investimento da mettere a reddito i discorsi devono cambiare marcia. Non sono più i bisogni, i gusti e i desideri del singolo ad entrare in gioco, ma quelli dei potenziali acquirenti o dei potenziali locatari.

Capire dove comprare in quest’ottica è tutt’altro che secondario. Ci sono tantissime località italiane nelle quali la domanda turistica supera di gran lunga l’offerta ed è in questi posti che è possibile ancora fare ottimi affari per chi acquista una casa per adibirla ad affitti a breve termine.

Stiamo parlando certamente di Liguria e Toscana, ma anche Valle d’Aosta, Alto Adige, Puglia e Sardegna. In Val Gardena e Val Badia ad esempio un immobile di 150 metri quadri può superare 1 milione di euro, il nord della Sardegna registra trattative che si aggirano attorno ai 500 mila euro molto allettanti, grazie ai buoni collegamenti con i tre porti e i due aeroporti di Olbia e Alghero, mentre in forte tendenza risulta essere anche Punta Ala in Toscana per la presenza del porto, di un campo da golf da 9 buche e della spiaggia bellissima, con prezzi che si aggirano attorno ai 4.000 euro al mq per una villetta in buono stato.

Altra tipologia di acquisto sempre in voga riguarda invece le grandi città universitarie: Milano, Torino, Bologna, Roma hanno una domanda altissima da parte degli studenti e una carenza problematica di appartamenti (approfondirò il tema in un secondo momento visto che spesso mi viene chiesto).

Ci sono località che non subiranno mai gli effetti negativi dell’inflazione o che li subiranno in maniera del tutto ridotta, altre che addirittura potranno trarne vantaggio.

In questo momento acquistare un’immobile in una località turistica o in una grande città può essere un investimento accorto, mentre tutte le altre situazioni vanno valutate con la lente d’ingrandimento.

Il rischio di un investimento immobiliare sbagliato? La perdita di capitale dovuto all’inflazione. Perdita che può essere momentanea o irreversibile, a seconda dell’andamento del mercato, ma soprattutto in virtù della scelta fatta a monte dell’investimento.

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